NAT* SOTTO UNA BUONA PANZANELLA

di Eleonora Bessi, aka EleInCucina

La parola giapponese shimei, significa usare la propria vita

Non trovo altra traduzione letterale del presente se non questa: usare il nostro momento, quello che c’è. Da mesi ormai mi trovo a considerare ogni esperienza quotidiana come una pietra miliare, e c’è un taccuino interiore dove annoto azioni e significati che potrebbero tornarmi utili un giorno. Riflettevo anche sul fatto che la questione della fortuna è un concetto un po’ sottovalutato qua da noi.

Son cresciuta pensando che fosse una condizione appartenente solo all’ élite di quell* “nat* sotto la buona stella”. La buona stella era quindi la Barbie accessoriata, per quell* che potevano permettersi al massimo Tania snodabile.

Ecco, questo filone di pensiero dovrebbe estinguersi definitivamente, un po’ come lo status symbol della Barbie in realtà. Ce lo dovevano spiegare fin da subito che la fortuna non è destinata ai pochi, ma a quelli che ci credono davvero, a chi mette in fila cause ed azioni costruendo vittorie e soddisfazioni che non lasciano niente al caso. 
Perché ben poco avviene per caso appunto, anche l’evento meno preparato è fatto di scelte. Davanti all’occasione imprevista, puoi scegliere infatti se coglierla.

Come sempre anche la cucina si presta all’argomento, probabilmente ci insegna prima di altri da che parte stare.

Della PANZANELLA diremmo che è semplice, un beneficio collaterale che ci aiuta a riciclare avanzi, tamponare i menù e le cene sociali dell’ultimo minuto. Sta sulle tavole degli italiani da tempo immemore, dicesi che lo stesso Boccaccio l’abbia citata a suo tempo.

Di sicuro ha un’anima che sopravvive da secoli: pane secco ammollato, verdure di stagione, sale e olio. Possono arricchirsi le varianti, ma il succo rimane sempre quello di utilizzare il pane raffermo che si accumula in casa, e unirlo all’orto estivo per eccellenza: pomodori, cetrioli, cipolla fresca.

La mia versione nasce dai tre punti focali per ogni ricetta di recupero che si rispetti: la disponibilità, la fame e una buona idea. Quest’ultima non deve essere necessariamente la nostra, vale accettare consigli e rubare ispirazioni. Nel mio caso, ho attinto a quella della mia amica Sofia, nutrizionista e pezzo di cuore.

  • Tagliate a cubetti il pane raffermo e fatelo rosolare in tegame o forno per almeno 10 minuti con dell’olio di oliva e dell’origano se vi piace. Per gli estimatori, si può aggiungere anche uno spicchietto di aglio, facendo attenzione a non farlo scurire troppo.
  • Tolto il pane dal fuoco lo fate un pochino raffreddare, e nel frattempo tagliate a pezzetti la verdura: io ho usato pomodori maturi e sugosi, cetrioli, cipollotto fresco (precedentemente ammollato), e tantissimo basilico. 
  • Mescolate tutto in una zuppiera grande, aggiungendo olio di oliva, sale e aceto oppure acidulato di umeboshi (al posto di sale e aceto).
  • Se siete golosi, la feta a pezzetti vera o vegana ci sta benissimo!
  • Mettete in frigo il più possibile per far marinare e amalgamare i sapori, oltre che per far ammollare il pane con il sugo dei pomodori.(Se non ci fosse abbastanza umidità potete aggiungere un pochina di acqua)
  • Servite e sgranocchiate!

Impariamo presto che anche la ricetta più semplice, prevede una serie di decisioni tanto casuali, quanto più appartenenti al nostro bagaglio di esperienze.

Un buon piatto improvvisato ha dietro mani che conoscono bene l’utilizzo di sapori e consistenze, è l’esperienza e la caparbietà nel fare errori che gliel’hanno insegnato. Accanto ai fornelli si impara ad utilizzare tutto quello che c’è, a creare buona fortuna.

Anche in questo caso SHIMEI: usare la propria vita, appunto.


Eleonora Bessi è EleinCucina cucina e scrive tutto quello che le passa per la mente, scatta foto per renderlo indimenticabile. Un giorno spera di leggere il suo futuro sul fondo di una bella pomarola. Se andasse male… ci farà scarpetta!

EleInCucina scrive per Co.Lore. Scopri tutti i suoi articoli:

Collettivo Loredana scrive · FOOD