Collettivo Loredana intervista: Cristina Bandini

TU

Chi sei?

Sono Cristina, ho 29 anni, vivo a Firenze e sono del segno della Vergine

TU COME PROFESSIONISTA

… come Alice nel Paese delle Meraviglie.

Qual è la tua professione? 

Sono Sarta di scena.

Caso o scelta? 

Diciamo che è un caso che si è trasformato in scelta. Dopo essermi laureata in Cultura e Progettazione della Moda all’Università degli studi di Firenze, per un anno e mezzo ho spaziato fra lavoretti part-time e corsi di sartoria. Quando sono incappata accidentalmente nel “Corso per sarti dello spettacolo” dell’Accademia del Teatro alla Scala, mai avrei pensato che la porticina per il mondo fantastico che è il teatro mi avrebbe risucchiato come Alice nel Paese delle Meraviglie.

Nel tuo percorso sei incappata in difficoltà?

Non le chiamerei difficoltà, ma “situazione scomode”. Non nascondo che terminato il mio anno in accademia abbia fatto fatica ad inserirmi nel mondo professionale. Ma dopo sei mesi dal diploma si é messo in moto qualcosa che mi ha permesso di lavorare assiduamente negli ultimi tre anni e mezzo. Il problema principale di questo mestiere è l’ingiustizia: spesso la nostra mansione non viene considerata economicamente e lavorativamente al pari degli altri tecnici. Per non parlare dei ritardi nei pagamenti, che oltre a svilire la nostra professionalità, rappresentano un problema insormontabile per chi conduce una vita così precaria.

Soddisfazioni da ricordare?

Assolutamente si! Amo la mia professione e credo che questo si rifletta negli occhi di chi incontrato lungo la mia strada. Non voglio fare esempi specifici; in questi pochi anni che ho lavorato, aver concluso una tournée, un contratto, una stagione estiva sapendo di aver dato vita una forma d’arte
insieme ad un gruppo, che inevitabilmente diventa la tua famiglia, è stata la soddisfazione più grande.

TU COME DONNA

Che tipo di donna ti “definiresti” ? 

Oddio…una pazzerella! A parte gli scherzi è difficile definire se stessi, soprattutto come donna e quando, a quasi 30 anni suonati, ti senti una ventenne in erba. E forse è proprio questa la risposta, mi sento una bambina in un corpo di donna.

Se la bella o la bestia?

Beh, penso di essere un mix di tutte e due. L’ingenuità della bella e la forza della bestia.

 Riesci sempre a essere te stessa?

Se non lo fossi stata e non continuassi ad esserlo, probabilmente non avrei ottenuto gli stessi risultati nella vita privata e sul lavoro. Mi rendo conto però che a volte mi trovo a scontrarmi con una me stessa più provinciale e chiusa in degli schemi sociali, che credo non mi appartengano affatto. Forse deriva da un meccanismo di difesa, ma più cresco e conosco e più mi sento libera di essere ciò che sono.

TU COME COLORE

Se fossi un colore che colore saresti?

Senza ombra di dubbio… Giallo!!!

Chi è la tua “Loredana”? 

La mia Loredana sono tutte quelle donne che hanno deciso di fare una scelta per amore di loro stesse.

Fatti una domanda che avresti voluto ricevere e datti una risposta.

Come vedi il tuo futuro all’interno del teatro?


Nelle situazione che stiamo vivendo, sono molto preoccupata. Sebbene mi auspichi una ripartenza il prima possibile, vorrei che fossero riconsiderate le condizioni in cui finora le sarte di scena e tutti
gli altri tecnici hanno lavorato. Faccio riferimento ad esempio a stipendi adeguati e fissi, relativamente agli orari di lavoro e rispetto della mansione. E mi voglio ricollegare proprio a quest’ultima per fare una riflessione sulla condizione di donna all’interno del mondo del teatro.
Non sono una che solitamente cede alla ‘provocazione’ degli stereotipi di genere, ma molto spesso la nostra professione è bistrattata perché considerata superflua, facile, poco faticosa… una robetta da donne insomma . Ma quello che non si sa è che una sarta di scena (specialmente in una tourneè) svolge un ruolo molto complesso: montaggio e smontaggio dei camerini, messa a misura, lavaggio e manutenzione dei costumi, assistenza in palco e assistenza psicologica agli attori. Questo per dire che quando avremo modo di ripartire, mi auguro che, sia chi lavora nel mondo dello spettacolo e chi ne usufruisce, abbia una maggiore consapevolezza nei confronti delle maestranze che permettono a questo magico universo di andare avanti.