DI MAMME E SAMOSA

di Eleonora Bessi, aka EleInCucina

Se c’è un’altra cosa per cui questo periodo si è contraddistinto, è la mole di festeggiamenti più o meno ufficiali che si sono alternati tra le mura di casa. Senza tener conto dell’incidenza di compleanni e lauree che scattano da Marzo in poi, siamo partiti cautamente con la festa della donna, per poi passare dalla Pasqua, Liberazione, fino alla Festa dei lavoratori.  Io ho fatto la combo con un Patrono.

Meno sottotono del previsto, anche l’ondata di fotografie, più o meno segnanti, in braccio alle proprie madri ha avuto il suo momento di gloria: correva il 10 maggio quest’anno. Il pensiero del giorno è stato come sempre una locomotiva in viaggio sui binari della memoria.

Nello stesso periodo ma con molti anni in meno, una serie di cuori ritagliati e l’uso indomito della colla vinilica, davano vita ad un biglietto speciale per la mamma, morte annunciata dei pennarelli del corredo scolastico. La preparazione ovviamente era “essa stessa il piacere”, e portava ogni giorno dita felicemente macchiate e una sana competizione con fratelli e sorelle sulla riuscita del lavoro. Ma quando arrivava quella Domenica, non c’era “solo” un collage stropicciato di colore e buone intenzioni. C’erano anche le fragole e l’acacia, il pranzo fuori con le maniche arrotolate, e se ti impegnavi davvero anche la prima scottatura.

Gli invidiosi diranno Photoshop (se ne hai prove fotografiche), o che è un’altra trovata commerciale. Ma secondo me di regola a Maggio, non sei immune né dai pollini, né dal buonumore. Neanche stavolta che sei parecchio cresciuta e un po’ disillusa, e pure reduce da un’emergenza sanitaria. Maggio è una buona scusa per festeggiare qualcosa, sempre. La mamma, noi figli/e, la fine dei cavolfiori e le cucine spalancate sul sole. E pure l’acquazzone non previsto, che ti ha fatto fuori il bucato e annaffiato il cane, ci sta.

In questo momento anche le cose che ci piacciono meno hanno diritto di replica, se pure il cambio dell’armadio porta buoni propositi e novelle Marie Kondo. Io divento più coraggiosa anche ai fornelli, e tiro fuori inaspettati assi nella manica da giocarmi con le foto più provocanti. Niente nudi d’autore, l’erotismo sta tutto nella padella… come quella volta che ho preparato le SAMOSA!

Un po’ snack, un po’ aperitivo, molto street food, diffuso in tutta l’Asia è arrivato oramai da tempo anche qua da noi, sdoganato dai ristoranti indiani. Sono fagottini di pasta ripieni di verdure e spezie, cotti al forno o fritti. Ma soprattutto, sono un altro modo figo per sfruttare ogni esubero culinario che possa essere speziato, e usato come farcia.

Ecco come li ho fatti io!

Per la sfoglia esterna:

  • 250 gr di farina integrale
  • 10 ml di acqua
  • 35 ml di olio di oliva
  • 1 pizzico di sale

Impasta bene tutti gli ingredienti, e metti a riposo almeno mezz’ora in frigo.

Per il ripieno:

  • Vale come sempre la regola del riciclo, aprite il vostro frigorifero e vedete cosa ha da offrirvi stavolta.

Il mio era a base di:

  • due patate rosse
  • una ciotolina di piselli freschi sgusciati
  • un mazzetto di asparagina
  • un cucchiaino di spezie Masala
  • un cucchiaino di Curcuma
  • un pizzico di sale e pepe

Usate le verdure che avete a disposizione (unica costante sarebbe almeno una patata per la cremosità), cuocetele prima in tegame, aggiungendo le vostre spezie a piacere, e poi frullatene o schiacciatene ¾ , rimescolandole poi agli ortaggi rimasti integri.

Stendete la pasta finemente, poco più che per dei ravioli, ritagliate dei quadrati o dei tondi abbastanza larghi, farcite al centro con un cucchiaino di ripieno, e richiudete umettando i bordi per farli ben incollare.

Friggete in un pentolino con abbondante olio di semi (devono galleggiare!) almeno 3 minuti per parte fino a farli dorare, poi scolateli e salateli. (Se siete in fase detox, optate per il forno a 180 gradi finché non sono colorati e croccanti). Servitele bollenti, tiepide, freddine…si fanno amare comunque.

Questa è una ricetta buona ed etica, perché abbraccia tutte le varianti dei gusti, e qualunque verdura in cerca di comprensione.

Niente colla vinilica, ma sicuramente all’altezza di qualunque biglietto d’amore da ricordare.


Eleonora Bessi è EleinCucina cucina e scrive tutto quello che le passa per la mente, scatta foto per renderlo indimenticabile. Un giorno spera di leggere il suo futuro sul fondo di una bella pomarola. Se andasse male… ci farà scarpetta!

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