Collettivo Loredana intervista: Flavia Passigli

“Credo che se desideri qualcosa e permetti ai desideri di esistere, questi si avverano.

TU

Chi sei?


Sono Flavia Passigli, ho 32 anni, nata a Firenze, Acquario, adesso vivo a Bruxelles.

TU COME PROFESSIONISTA

Qual è la tua professione?


Sound artist, musicista, performer

Caso o scelta?


Scelta.
Ma esistono anche elementi di casualità, per esempio sono nata in una famiglia in cui la musica ha sempre avuto un ruolo importante, mio padre è musicista e ho iniziato a studiare il violoncello all’età di cinque anni. Subito dopo il liceo ho scelto di lasciare la strada della musica classica e ho scoperto il mondo del teatro e delle arti performative

Mi sono laureata in studi teatrali in “Arti e scienze dello spettacolo” a Roma, e poi ho studiato organizzazione dello spettacolo alla Scuola Paolo Grassi di Milano.

Ho lavorato per alcuni anni come organizzatrice per teatri, festival e compagnie di teatro e di danza contemporanea. 

Quando iniziavo a godere di uno stipendio decente, delle prime vere soddisfazioni professionali e pensavo di avere trovato il mio posto nel mondo ho desiderato altro.

Credo che se desideri qualcosa e permetti ai desideri di esistere, questi si avverano. 

Nel 2015 Enzo Cosimi, coreografo con cui lavoravo come organizzatrice, mi ha invitato a suonare il violoncello dal vivo in una sua performance. Da quel momento ho iniziato a partecipare come musicista e performer a diversi progetti teatrali e ho ripreso a studiare la musica.

Per un po di tempo ho sperimentato e scoperto nuovi talenti parallelamente alla mia attività come organizzatrice, poi ho deciso di trasferirmi a Bruxelles con il mio ragazzo e di concentrarmi solo sulla ricerca artistica.
Qui, siamo entrati in contatto con un contesto artistico in cui la ricerca e la sperimentazione, soprattutto per quanto riguarda il mondo delle arti performative, sono centrali e molto valorizzate. 

Mi sono avvicinata alle pratiche di movimento, ho ripreso a studiare il violoncello, dalla musica classica al jazz, alla musica elettronica e ho iniziato a sperimentare con il suono. 

Lo scorso anno ho iniziato un percorso di studi in sound art al Conservatorio di Ghent. Lavoro a miei progetti e collaboro come sound artist e sound designer con diversi artisti e compagnie. 

Nel tuo percorso sei incappata in difficoltà?

Si, certo. Costruire il proprio percorso, quando non ne stai seguendo uno prestabilito o definito, è difficile e richiede un grandissimo impegno.
Ancora più difficile quando lo fai in un momento della tua vita in cui la società si aspetta qualcosa di completamente diverso da te. 

Poi naturalmente, ci sono state le difficoltà economiche e le difficoltà legate al vivere in un altro paese. Una volta finite le risorse a disposizione, per potermi permettere la libertà, il tempo di esplorazione e di studio che desideravo, ho fatto tantissimi lavori assurdi e diversi tra loro (dalla barista di un jazz club, alla stuntman!) e non è sempre stato facile. Ma ho imparato moltissimo da queste esperienze e in generale dalle difficoltà di questi anni.

Lasciarsi alle spalle il proprio lavoro, la propria famiglia, i propri amici e trovarsi in un paese di cui non conosci neanche la lingua, senza un lavoro o una direzione precisa, mi ha obbligato a fermarmi, ad ascoltarmi e a muovermi in un modo completamente diverso da come avevo sempre fatto.

Soddisfazioni da ricordare?

Si, molte. Nel percorso come organizzatrice mi sono quasi sempre trovata esattamente dove volevo essere. Ho lavorato con artisti e realtà importanti dalle quali ho imparato moltissimo. 

Ma la soddisfazione piu grande è vedere esaudire i propri desideri e imparare a non metterli da parte per la prossima vita

Ho avuto la soddisfazione di suonare la mia musica su tanti palchi diversi e in progetti multimediali, ho recentemente firmato un sound design per uno spettacolo con una compagnia fiamminga, sto lavorando a un mio progetto performativo al quale tengo molto e ho in progetto la composizione della musica per un film

E proprio in questi ultimi mesi ho ricevuto due bellissime soddisfazioni: una mia composizione è stata eseguita nel corso di un programma radio londinese, Interiorities, curato da Kate Carr e ho vinto una borsa di studio per il mio anno di formazione in conservatorio! 

TU COME DONNA

Einstein diceva “La vita è come andare in bicicletta: se vuoi stare in equilibrio devi muoverti”

Se la bella o la bestia?

Tutte e due. mi definirei “ciclica”!

Riesci sempre a essere te stessa?

Einstein diceva “La vita è come andare in bicicletta: se vuoi stare in equilibrio devi muoverti”. Ecco, diciamo che cerco di stare in equilibrio, provando ad ascoltare attentamente ciò che si muove in me e fuori di me. Credo in questa relazione, tra radicamento e costante trasformazione, in cui l’ascolto è il mio strumento più prezioso. 

TU COME COLORE

Se fossi un colore che colore saresti?

Il BLU

Chi è la tua “Loredana”?

Ce sono davvero troppe per sceglierne una!

Tutte le donne e le artiste che si sono fidate del proprio ascolto e dei propri super poteri, per vedere oltre. Oltre i confini del linguaggio, oltre i confini che la società in diverse epoche imponeva, oltre il genere, oltre la forma e la disciplina, oltre i limiti del visibile e del tempo.