RUMORE ROSA!

Berlino, Agosto 2016. 4° piano di un 4 stelle in zona Postdamer Platz. Prime (anche seconde) luci del mattino. Si sa, il tour notturno berlinese è bello impegnativo, e con pochi giorni a disposizione bisogna concentrare le visite. Weekend, Club de Visionaire, Prince Charles, Ipse, Arena Club, Suicide Circus, Watergate; avremmo fatto anche il Panorama Bar se non ci avessero rimbalzato all’ingresso del Berghain! … Insomma torni a casa con le gambe distrutte e la testa frastornata. Ma è già tanto che ci torni a casa.

Ad accoglierti un soffice letto, con piumini bianchi latte ancora più soffici, pulitissimo. Prima di spronfondare in quel mare di panna, abbiamo una pen drive con un po’ di roba comprata da poco, da ascoltare. Play. “This is How We Know”, Cassy. Ed è subito amore. Ma è Cassy Cassy? Quella Cassy lì? Ma dai, proprio lei, la ricciolona con quel sorriso contagioso, una delle poche donne dj che è dj prima di essere donna, che è artista prima di essere un bel faccino ed un bel paio di chiappe (nessuna si senta offesa). Incredibile, non l’avrei mai detto. Domani andiamo da Hardwax e ci compriamo il vinile.

Qualche mese prima, il 24 Giugno (giorno del mio compleanno tra le altre cose), esce su Aus Music, l’etichetta inglese gestita da Will Saul e Fink, “Donna”, lp di debutto di Cassy. Già ai tempi la dj viennese Catherine Britton non era certo una novellina: dietro le più importanti consolle da decenni (resident del Panorama Bar di Berlino, Circoloco a Ibiza e il Trouw ad Amsterdam), artista eclettica conosciuta in tutto il mondo, mamma. La stesura di “Donna” era cominciata molto prima, ci sono voluti anni per la sua realizzazione, ma la storia di questo disco è molto personale. E’ solo dopo diversi di spostamenti fisici ed emotivi che Cassy, a Philadelphia, decide finalmente di mettere insieme l’album iniziato a Vienna insieme all’amico e sound designer Lad Agabekov. Il figlio appena nato, il nuovo compagno e il suo “soul brother” King Britt, le danno il giusto sostegno per far sì che il suo lavoro venga ultimato. Diverse sono le accuse mosse dalla critica che non la ritiene in pratica la vera autrice dell’album: “Donna” effettivamente viene realizzato a stretto contatto con i suoi amici e collaboratori, la squadra è numerosa, c’è chi scrive chi mixa chi masterizza, ma alla fine è solo donna Cassy a guidare questa truppa di uomini.

“they helped me transform the album into a more mature version of me and my music. Into the version I am ready for the world to hear.”

Ma adesso mettiamo su questo doppio vinile.

Da un primo ascolto, il disco sembra discontinuo, spezzato in vari generi, si passa dalla techno al soul, la dance, R&B e downtempo. Ma poi, riascoltandolo, ci si rende conto che il filo conduttore è proprio Cassy, la
sua personalità complessa, emotiva e in continuo mutamento. La sua voce è la protagonista di quasi tutte le tracce (e Dio sa quanto io adori i vocal!) –per inciso: la Britton ha cominciato la sua carriera come vocalist per Elin aka Autorepeat su ‘Music Takes Me Higher’ Sabotage Records, solo successivamente intraprende la strada del djing grazie ad Electric Indigo, che tra l’altro è la fondatrice del network female:pressure).

“This is how we know”, apre il lato A di “Donna”, ed è subito calore, intimità. Le orecchie si riempiono di un groove basso, intenso, corposo; la Britton inizia subito a cantare, imponendosi, sperimentando qualcosa di nuovo per i suoi fan e per lei stessa. Si passa poi a “Feel”, decisamente una Cassy più “comune”, per poi sprofondare di nuovo nell’incertezza di non sapere a cosa stiamo andando incontro con “Back”.

Qui il video di Back, che probabilmente si esprime meglio di mille parole

Nel lato B viene fuori l’anima “nera” di Cassy, quel forte legame derivato dagli ascolti fatti da bambina, a casa dei suoi genitori in Inghilterra, dove è nata. Inizia omaggiando Steve Wonder con un testo del 1966 “All i Do”, completamente rivisto e riarrangiato, irriconoscibile. Ci si sposta poi nei coloratissimi anni ’80 con “Strange Relationship” di Prince, di cui Cassy ne fa una ballad deep funk da struscio suuuperr black e questa declinazione al femminile spacca. “Cuando”, lyric di Danny Fry, tocca il ritmo sudato della bossa e lo struscio si fa ancora più umido e sensuale.

Ma eccola, l’anima clubbettara, berlinese, da domenica mattina al Panorama Bar di mamma Cassy. “Route to Thonon” è un bel viaggione da after che apre il terzo lato dell’lp, e dove per un attimo si abbandona il vocal a favore dell’elettronica pura. Il trip mattutino va vanti con “Keep
Trying”, dove invece è insistente l’invito a “continuare a provare a sentire”. L’imperativo “Move” chiude il lato con una traccia interamente scritta e cantata da Catherine.

In conclusione “Donna” è un album molto femminile, introverso, emotivo ma allo stesso tempo sincero e onesto. E’ la dimostrazione al mondo di una dj del suo essere qualcosa in più, non solo tecno e house dietro una consolle (e già per quello ci vogliono i contro coglioni), che non si fa ascoltare solo in pista, ma anche a casa, in macchina, alla radio in un giorno normale.

Cassy ha mostrato con calma e coraggio la parte più vera di se’, quella completa, di donna. Voleva fare la sua musica e l’ha fatta. Con chi voleva farla. Quandoriteneva fosse più giusto. Ha fatto ciò che voleva fare e non quello che si doveva. Chapeau.

---