RUMORE ROSA!

Febbraio 2015, Auditorium Flog, Firenze. Tricky in concerto. Vola tutto.

Bene, ci si va tutti in massa. Bene, sei una star, sei di Bristol, sei uno dei capi fondatori dei Massive Attack e bla bla bla, ma ciò non può giustificare le condizioni in cui ti sei presentato sul palco, per quanto modesto per i tuoi canoni, quasi non in grado di cantare. Ma per fortuna non sei solo, mio caro Adrian Thaws: ed ecco che l’attenzione si catalizza su di una sagoma femminile, quasi non si vede, ma – almeno lei – si sente. Ai tempi conosciuta come Franky Riley, lei è Francesca Belmonte, la nuova musa del patron del trip-hop, con il quale incide per primo il singolo Ghetto Stars che la porta in tour insieme a lui. 

Al di là di ogni intuizione, Francesca Belmonte di italiano ha solo il nome e un padre scappato giovane da Napoli. Nasce a Londra, cresce in Irlanda, ritorna a Londra. E Tricky effettivamente detiene la sua paternità artistica, inserendola dal 2008 come vocalist dei suoi album (tra tutti False Idols e Adrian Thaws) e decisamente la lancia producendo il suo primo album, e per adesso l’unico, Anima uscito nel 2015 su !K7, etichetta discografica con sede a Berlino famosa per le sue compilation DJ-Kicks.

La Belmonte fa parte di quelle poche elette all’interno del movimento trip-hop, genere nato negli anni Novanta a Bristol insieme ai Massive Attack e che – per fortuna- la massa (almeno quella italiana) fa ancora fatica a capire e che ritiene spesso una triste lagna imballabile. Dio, ogni tanto, benedica gli ignoranti!, così la grande industria non ce la può trasformare del tutto (oddio, la trap fa un po’ paura…)! Con Anima, Francesca incarna a pieno – ma non del tutto- la mentalità “soul” del carrozzone bristoliano. 

Ma adesso appoggiamo la puntina su questo 33 giri. Anima è composto da ben 15 tracce, sorprendente per essere un’opera prima, tutte scritte a quattro mani con Tricky, ma che esprimono una visione molto personale della cantante, che si appoggia ma si solleva dal suo tutor musicale. 

Dopo un leggero Intro, Francesca si afferma subito vocalmente con Hiding The Rushes, per poi passare subito alla bellissima Stole, in cui musica e testo ti prendono, anzi ti rubano l’anima e non puoi che entrarci dentro e chiudere gli occhi. Di seguito l’elettronica Keep Moving, è un dialogo sensuale tra le due voci che si trasforma in ritmi sognanti e più femminili in Walk With You. Con Lying on the Moon è come tornare in quei warehouse party di Londra, quella un po’ sporca e maleodorante e la responsabilità di Tricky si sente tantissimo. 

Joker ricambia le carte in tavola, e ti ricorda la mitica Amy Winehouse, esercizi di stile compresi. Strange Beat si riallinea al tema principale, ma con tempi più morbidi e dolci, lascia tutto il duro e scuro a Brothers and Sisters, provocatoria, tosta, da Massive Attack, trip-hop vero, testo compreso. E di nuovo torna morbida, armonica, lontana dalle precedenti oscurità con Come Take, si definisce e dichiara di non essere solo una “Tricky in gonnella”. Daisy continua su toni di elettronica ed hip hop, un ritornello potente e invasivo che esplode nei toni leggermente acidi di Driving, che trovano compimento nell’elettro punk di Fast. 

Sul finale altri due brani in contrapposizione: Your Sons torna ad essere melodico, vibrante ma Are You, che chiude questa lunga sequenza, ribadisce l’amore per l’oscurità e le atmosfere tenebrose e sensuali. Anima è un album intimo, scuro, da luci rosse. E pure po’ trasformista, per la facilità con cui si toccano le varie sfaccettature legale all’elettronica e all’hip hop. Non è così facile reperire notizie sulla Belmonte in rete, il suo sito praticamente è fermo dal 2015 così come i suoi social network. Pare nata e sparita insieme al suo Anima, una meteora vera e propria che speriamo di ritrovare presto sui nostri canali.

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